Bisogna crederci, investire, fare internet sul serio! E’ quanto emerge da uno studio realizzato da DAG in collaborazione con l’American Chamber of Commerce in Italy e McKinsey & Company. Nel seguito elenco i punti salienti dell’analisi che però invito a leggere integralmente, perchè carica di buoni spunti per tutte le aziende che intendono rinnovarsi.
- I consumatori italiani devono avere più fiducia nell’E-commerce: a parità di condizioni di sicurezza ed economiche , gli altri paesi sono meno restii ad utilizzare la tecnologia per finalizzare gli acquisti, a tutto vantaggio del prezzo finale di vendita e della riduzione dei costi di commercializzazione.
- Le aziende italiane, sopratutto le PMI devono credere maggiormente nelle potenzialità della rete come strumento per incrementare anche significativamente il proprio business. E’ un dato di fatto: le aziende che hanno investito nel web riscontrano una crescita media annua del 10%, hanno un’espansione internazionale grazie alle esportazioni superiore al 200% annuo e 50% in più di margine operativo, sempre grazie al web. Di fronte a questi dati, pur raccolti in periodo di crisi, ogni imprenditore dovrebbe per lo meno riflettere.
- Gli imprenditori italiani hanno scarsa consapevolezza del potenziale economico dell’e-commerce, basti pensare che il 73% delle imprese italiane con più di 10 dipendenti ritiene che il prodotto realizzato dall’azienda sia inadatto all’e-commerce.
- Occorre valorizzare di più i nostri talenti digitali: è un dato di fatto che i professionisti del web emigrano volentieri all’estero perchè vengono pagati 2 o 3 volte di più che in Italia! Questo non significa altro che le aziende italiane non sono assolutamente in grado di valorizzare correttamente gli investimenti online. Noi del settore lo abbiamo sempre riscontrato ed evidenziato, a partire dal basso, dai commercianti stessi che per aprire un nuovo negozio sono disposti a spendere decine di migliaia di euro, mentre non sono disposti ad investirne neanche una decina per promuovere e vendere i propri prodotti online.
- Poi dobbiamo risolvere anche i problemi di accesso alla rete con la banda larga e il problema del digital-divide che ancora oggi esclude parte del paese non fornendo connettività internet adeguata.
Mentre per l’accesso alla rete e il digital divide deve per forza intervenire il nostro governo favorendo le infrastrutture digitali, per tutti gli altri punti dobbiamo intervenire noi, cercando di adeguare la nostra cultura ai nuovi tempi, alle nuove tecnologie, alla globalizzazione. In questo processo di rinnovamento non ci aiuta il fatto che le nostre aziende continuino ad essere dirette da manager ultra-sessantenni: dove non risulta possibile o quantomeno conveniente il ricambio generazionale, cerchiamo di essere lungimiranti, facendoci aiutare dai giovani per le scelte strategiche nei settori tecnologici in cui i giovani si sentono più a proprio agio.
Scarica lo studio integrale sullo sviluppo dell’economia digitale in Italia. (Occorre registrarsi ma gratuitamente)